Tesi di III media - Filipelli Giorgia

 

- (Di Filipelli Giorgia)

- Tesi di terza media - 

Dove nasce l’orientamento.

Nella Scandinavia durante i secoli passati, quando le strade congiungevano soltanto le città più importanti, la comunicazione fra gli abitanti era difficile, pertanto i rapporti sociali erano mantenuti percorrendo anche lunghi tragitti nella fitta foresta, a piedi o calzando gli sci, secondo lo stato del terreno.

Per non smarrirsi nei sentieri che si sviluppavano fra la ricca vegetazione, era necessario sapersi orientare, utilizzando una mappa del territorio e una bussola. Lo sport dell’orientamento è nato così, per necessità, come molti degli sport più antichi e conosciuti.

 Il termine orientarsi deriva dalla parola latina orior (io sorgo) e significa cercare il punto dal quale sorge il sole, l’oriente.                                                                                                                            

Come si svolge una gara d'orientamento.

La gara ha inizio con la consegna ad ogni concorrente di una cartina topografica molto dettagliata sulla quale sono indicati, con segni convenzionali, partenza, arrivo e punti di controllo intermedi dove si dovrà obbligatoriamente transitare. In tali punti sul terreno è posta la lanterna, (un prisma a base triangolare di colore bianco arancio) munita di pinzetta punzonatrice con la quale documentare l'avvenuto passaggio sull'apposito "cartellino testimone" ,che ogni concorrente deve portare con se e consegnare al traguardo.

Il percorso da seguire fra un punto di controllo e l'altro è libero: ognuno sceglierà quello che riterrà il migliore sulla base delle informazioni topografiche che riusciranno a ricavare dalla cartina.

Vincerà chi compirà l'intero percorso nel minor tempo.

La stagione dell'orienteering inizia a gennaio e termina in dicembre, e poi c'è lo sci-orientamento, per chi ha dimestichezza con gli sci da fondo, o il bike-orienteering per chi si sente un fulmine in bicicletta.  

Ad una gara possono partecipare tutto ognuno quindi può trovare la sua categoria d’appartenenza; attualmente in Italia vi sono le seguenti categorie:

H12; H13-14; H15-16; H17-18; H19-20; H21-34 (A, B, C, E);

H35; H40; H45; H50; H55; H60

D12; D13-14; D15-16; D17-18; D19-20; D21-34 (A, B, C, E);

D35; D40; D45; D50; D55

Le due categorie contrassegnate con la lettera “E” (élite) sono riservate agli atleti più esperti, mentre in quelle contrassegnate dalle lettere A, B e C si affrontano percorsi di difficoltà decrescente.

Le prime gare

 Verso la fine dell’800, si organizza in Norvegia la prima gara d’orientamento. Questa manifestazione sportiva si svolge in inverno. I concorrenti sono equipaggiati di sci, per muoversi agilmente nella neve. Oltre all’abbigliamento adatto alle rigide temperature invernali, vengono utilizzati la carta topografica e la bussola.

Nel 1919, a Stoccolma, si svolge la prima gara d’orienteering, alla quale partecipano circa 200 concorrenti. Quest’avvenimento rappresentala nascita del “movimento orientistico”. L’interesse per questa disciplina cresce notevolmente e lo sport incomincia a diffondersi anche nel sud dell'Europa.

Nel febbraio 1986, il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) riconosce la validità dell’attività orientistica e, allora, la FISO è associata alla FIDAL. Attualmente, la FISO ha sede a Trento.   

 Gli strumenti

La carta topografica

La carta topografica è chiamata anche cartina essa costituisce l’elemento fondamentale ed essenziale della disciplina dell’orientamento: rappresenta, infatti, minuziosamente l’ambiente naturale in cui si svolge questo sport. La carta è una riproduzione in piano, approssimativa, ridotta e simbolica, della superficie terrestre o di parte di lei. La carina che si utilizza per praticare l’orientamento deve essere molto ricca d’informazioni, per consentire un facile ed efficace avanzamento dell’atleta sul terreno.

La cartina è disegnata dal cartografo per prima cosa, procede a visitare il terreno che intende riprodurre, effettuando quello che, tecnicamente, viene chiamato rilevamento. Per la rappresentazione sulla carta, i cartografi, utilizzano la scala. Questa indica, infatti, il rapporto che esiste fra 1 cm sulla carta e la relativa equidistanza che nella realtà. Pertanto,a seconda della grandezza di questo rapportasi individuano:piante mappe,quando la scala è maggiore di 1:10000; ad esempio 1:5000(1 cm nella carta corrisponde a 5000 cm nella realtà, quindi a 50 metri);vengono chiamate carte topografiche con scale comprese tra 1:100000 e 1:150000; carte corografiche con scale da 1:150000 a 1:1000000;carte geografiche con scale di 1:1000000 più piccole mappamondi o planisferi quando è riprodotta la superficie terrestre.

 

La cartina utilizzata nelle gare di orientamento è in scala 1:10000(1cm=100 m) o 1:15000 (1cm=150 m), mentre per facilitare  l’ apprendimento della tecnica ai principianti  sono usate anche carte a scala maggiore.

 

Le curve di livello (o isoipse)

Si chiamano curve di livello le linee che congiungono punti posti alla stessa quota. L’equidistanza è la distanza è la differenza di quota espressa in metri fra una curva di livello e un'altra. Normalmente, nelle cartine di corsa d’orientamento vi è un’equidistanza di 5 metri. Questo significa che, ognuna delle curve di livello rappresentate permette di indicare la pendenza del terreno: tanto più vicine sono le curve di livello tanto e più ripido il terreno.

 

Per riportare sulle carte una superficie che è scavata in profondità rispetto al piano di riferimento (depressione), si procede in modo analogo. 
Convenzionalmente, per permettere di distinguere l’andamento del terreno verso il basso invece che nella direzione opposta, si utilizzano dei trattini convergenti, posti al margine delle linee.

 

I segni convenzionali

La carta per la corsa d’orientamento (carta CO) è di regola a colori. Questa caratteristica consente una più agevole e veloce consultazione della mappa e conseguentemente una migliore comprensione del territorio. Con il colore bianco è rappresentato sulla carta il bosco, facilmente attraversabile di corsa ; il giallo è utilizzato per indicare il terreno aperto (prati);’ azzurro per riprodurre tutti in particolari riconducibili con l’acqua; varie tonalità di verde  sono utilizzate per definire la densità di vegetazione del bosco e quindi le diverse possibilità di attraversamento di questo; con lo stesso  colore sono contrassegnati i particolari  salienti  relativi al mondo vegetale(alberi isolati, siepi, radici,frutteti);il marrone denota le forme del terreno(curve di livello, cocuzzoli,fosse,buche) ed infine, con il nero sono disegnati sassi e rocce e tutto quello che è riconducibile all’uomo (case, sentieri, ruderi, torri, recinti)Come in ogni carta topografica  si trova la legenda , che serve a spiegare i simboli usati  dai cartografi.


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Il circuito

 Un percorso CO è caratterizzato da una serie di punti di controllo posti sul terreno, in corrispondenza d’altrettanti particolari geografici. Ognuno di questi è indicato con un cerchietto in colore rosso. Sul terreno, invece ogni punto dei controlli è materializzato mediante una lanterna di tessuto arancione e bianco. Insieme con ogni pinza obliteratrice (punzone), sulla quale compare una sigla di riferimento (codice lanterna). Obliterando il proprio cartellino testimone, il concorrente può dimostrare il suo passaggio ai singoli punti.

Per i più piccoli spesso è organizzato il percorso lungo la corda (filo d’Arianna). Esso consiste in un tracciato particolarmente semplice, divertente, attraverso il quale familiarizzare con la disciplina. Si tratta di un percorso dove la strada da seguire è segnata da bandierine. I bambini muniti di cartina devono distinguere i punti di controllo marcati sulla carta senza lasciarsi trarre in inganno da finte lanterne poste sul percorso.

La bussola 

Un utilizzo efficace della carta topografica è possibile soltanto se questa è orientata nella direzione di marcia. In condizioni particolarmente facili, non è necessario utilizzare la bussola per orientare la carta. Nel bosco invece è necessaria, infatti, dove la vegetazione è più ricca e il terreno mosso, la visibilità è, a volte ridotta e quindi l’orientamento a vista non è possibile. Utilizzando invece una bussola da orientamento è possibile avere una migliore lettura della carta.

 Per usufruire di questo strumento in modo efficace occorre:

1.      Disporre un lato lungo della base trasparente della bussola (plancia) parallelamente ad un meridiano della carta. I meridiani sono costituiti da linee azzurre poste parallelamente ed equidistanti fra loro, orientate verso il margine della carta

2.    Eseguire un movimento di rotazione, facendo perno sui propri piedi e mantenendo unite fra loro carta e bussola, fino a quando l’ago magnetico della bussola coincide con la direzione del nord disegnata sulla mappa

3.    A questo punto il nord magnetico e il nord della carta coincidono quindi la mappa è orientata a nord.

 

La corsa all’azimut

Il successivo utilizzo della bussola è quello che consente di intraprendere qualsiasi direzione sul terreno, sfruttando la freccia direzionale disegnata sulla plancia della bussola. L’azimut è l’angolo formato dalla direzione assunta dal concorrente per raggiungere un determinato punto e dalla direzione del nord magnetico.Durante una gara d’orientamento, può essere utile ricorrere a questa tecnica per raggiungere un punto di controllo, specialmente quando riferimenti reali sono molto simili fra loro.Per utilizzare questo metodo di corsa bisogna:

1.      Disporre un lato lungo della plancia parallelamente alla linea di congiunzione di due punti sulla carta 

2.    Orientare la carta

3.    Ruotare la ghiera girevole della bussola, in a centrare la freccia di riferimento sull’ago magnetico. La freccia disegnata sulla plancia, indica la direzione da intraprendere 

4.    Se necessario. Mirare un oggetto sulla direzione di marcia e raggiungerlo, successivamente ripetere l’operazione con un alrìtro oggetto e così via.

 

La gara

L’attrezzatura

La borsa sportiva che è necessaria avere con sé quando ci si reca ad una gara d’orientamento nel bosco deve contenere:

§       Una tuta da ginnastica (ma esistono alcune adatte per la CO, in tessuto leggero e anti-strappo;

§       Un paio di scarpe sportive, con la suola abbastanza rilevata, per impedire di scivolare nei tratti ripidi;

§       Un ricambio di biancheria (maglietta, calze, slip);

§       Un asciugamano e il necessario per l’igiene personale (shampoo, sapone, spazzola, o pettine 

§       Un astuccio contenente alcuni elastici, spille da balia, un pennarello indelebile a punta fine, un rotolo di nastro adesivo trasparente.

 

La segreteria di gara

La segreteria della gara si trova generalmente in corrispondenza della zona indicata come ritrovo. Presso di lei si ritira il materiale di gara, che normalmente consiste in:

§       Numero di pettorale

§       Cartellino testimone

§       Descrizione punti del percorso

§       Comunicata gara

§       Eventuali gadgets offerti dagli organizzatori materiale informativo su successive manifestazioni sportive.

Il cartellino

IL cartellino testimone è il documento di gara d’ogni partecipante e serve a dimostrare il corretto sviluppo del percorso. 

Ad ogni concorrente di una stessa categoria è inoltre consegnata la descrizione punti. Nelle categorie per i principianti la descrizione è letterale, al contrario, nelle categorie agonistiche la descrizione è fornita attraverso simboli grafici internazionali.

 

La partenza

Sul proprio cartellino testimone è riportato l’orario di partenza. A tempo debito, seguendo le indicazioni segnaletiche che iniziano dall’area di ritrovo, ogni concorrente deve portarsi nella zona di partenza. Qualche minuto primo del proprio orario di partenza, il giudice di partenza invita il concorrente ad entrare nel corridoio appositamente fettucciato (la zona di pre-partenza).